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Desiderio
Una parola basta a metterti in un vicolo cieco
puoi solo nasconderti nella luce del sole
nudo senza parlare
oppure seppellirti nell’oscurità del corpo
sotto la pelle un’altra luce lunare
senza bisogno di parole né vestiti
Yang Lian
Nell’istante in cui il chiarore del fulmine mostra la sua impalpabile evidenza, furono i suoi occhi a guardare i miei o i miei a fissare i suoi? Se nulla Il silenzio di mille secondi nasceva, cresceva e moriva nella mia bocca. Lei cercava qualcosa nelle tasche.
Tirò fuori un foglio e una penna.
— Vuoi un autografo? — domandai scherzando.
Lei rispose di no.
Le rivolsi un sorriso, quasi a scusare quell’inaspettata intrusione nel suo mondo intimo.
Dico spesso tra me che ammiro negli altri le qualità che vorrei possedere: una fertile immaginazione sempre mi ha contaminato il cervello.
Non è che volessi farmi notare troppo né dirle che mi sentivo turbato come un uragano che, improvviso, si scatena.
Che vergogna il confessarmi di provare imbarazzo davanti a una persona che, forse, non mi sfiorava neanche nel più lontano dei suoi pensieri. Con questo mio brutto muso avrei avuto mai il coraggio di dirle che… così… senza una precisa ragione… avevo voglia… di stare con lei?
Una timidezza sconosciuta bloccava sulla mia bocca le parole. Sarebbe stato bello parlare di ciò che poteva succedere tra noi… se qualcosa sarebbe accaduto.
("Come può un piccolo fiore sbocciato sulla parlare della sua infelicità?")
M’ero ammalato di febbre improvvisa. Avrei voluto dirle non le solite cose ma, parlare a lei come all’amico intimo che dentro di me non aveva ancora un volto. All’amico che ancora era solo una creatura da me inventata.
Avrei voluto parlarle non della distanza che ci separava… chiederle se mai l’avrei rivista. Lei mi guardava e rimaneva silenziosa.
— Hai fame? — chiesi a un tratto.
— Sì — rispose.
— Che ne diresti d’iniziare la nostra conversazione davanti a qualcosa da mettere in bocca? — chiesi.
— Mi va — rispose.
tratto da Vera Ambra
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