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Omaggio al Piccolo Principe
In questi giorni, mi torna sempre in mente... ne sento parlare quì e lì...
e allora... voglio aggiungere sul mio blog degli estratti...
il primo estratto lo dedico a Senzapelle, lui sa il perchè!
...
Mostrai il mio capolavoro ai grandi, e domandai se il mio disegno facesse loro paura. Essi mi risposero: «Perché mai un cappello dovrebbe far paura»?
Il mio disegno non rappresentava però un cappello. Rappresentava un serpente boa che digeriva un elefante. Disegnai allora la sezione del serpente boa, perché potessero capire. I grandi hanno sempre bisogno di spiegazioni. Il mio disegno numero 2 era così:
In questi giorni, mi torna sempre in mente... ne sento parlare quì e lì...
e allora... voglio aggiungere sul mio blog degli estratti...
il primo estratto lo dedico a Senzapelle, lui sa il perchè!

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Mostrai il mio capolavoro ai grandi, e domandai se il mio disegno facesse loro paura. Essi mi risposero: «Perché mai un cappello dovrebbe far paura»?
Il mio disegno non rappresentava però un cappello. Rappresentava un serpente boa che digeriva un elefante. Disegnai allora la sezione del serpente boa, perché potessero capire. I grandi hanno sempre bisogno di spiegazioni. Il mio disegno numero 2 era così:
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La prima sera mi addormentai dunque sulla sabbia, a mille miglia da qualsiasi terra abitata. Ero certo più disperso di un naufrago su una zattera in mezzo all’oceano. Immaginerete allora la mia sorpresa quando, all’alba, una sorta di vocina buffa mi svegliò. Diceva:
- Per favore... disegnami una pecora...
- Eh?
- Disegnami una pecora...
Balzai in piedi come fossi stato colpito da un fulmine. Stropicciai bene gli occhi. Guardai con attenzione. E vidi un ometto a dir poco straordinario che mi osservava tutto serio. Ecco il miglior ritratto che, più tardi, riuscii a fare di lui.
Siccome non avevo mai disegnato una pecora rifeci per lui, uno dei due soli disegni di cui ero capace. Quello del boa intero. E mi meravigliai di sentire l’omino rispondere:
- No!, No! Non voglio il disegno d’un elefante dentro un boa. Un boa è molto pericoloso e un elefante troppo ingombrante. Al mio paese tutto è molto piccolo. Ho bisogno di una pecora. Disegnami una pecora.
Finalmente la disegnai.
Guardò con attenzione, e:
- No – disse – questa è troppo ammalata. Fanne un’altra.
Disegnai: il mio amico sorrise gentilmente, e con pazienza:
Osserva bene... non è una pecora, è un montone. Ha le corna...
Rifeci ancora il mio disegno, ma fu rifiutato, come i precedenti
- Questa è troppo vecchia. Voglio una pecora che viva a lungo.
Allora, spazientito perché avevo fretta d’iniziare a smontare il mio motore, scarabocchiai questo disegno. E sbottai:
- Questa è la cassa. La pecora che desideri sta lì dentro.
Ma fui davvero stupito di vedere illuminarsi il volto del mio giovane critico:
- E’ esattamente così che lo volevo! pensi che sia necessaria molta erba per questa pecora?
- Perché?
- Perché dalle mie parti tutto è piccolo.
- Sarà abbastanza. Ti ho regalato una pecora molto piccola
Piegò la testa sul disegno:
- Non così piccola da... Toh! S’è addormentata...
Così feci la conoscenza del piccolo principe.
....
E in effetti, sul pianeta del piccolo principe si trovavano, come su tutti i pianeti, erbe buone e cattive. Di conseguenza, granaglia buona di buona erba e granaglia cattiva di cattiva erba. Ma i semi sono invisibili. Dormono nel segreto della terra fino a quando ad uno di essi non prende l’estro di svegliarsi. Allora si allunga, e punta subito timidamente verso il sole un incantevole e piccolo germoglio inoffensivo. Se si tratta di un germoglio di ravanello o di rosa, si può lasciarlo crescere come vuole. Ma se si tratta di una pianta cattiva, bisogna estirpare subito la pianta, appena la si può riconoscere. Peraltro, si trovano semi tremendi sul pianeta del piccolo principe... i semi dei baobab. Il suolo del pianeta ne era infestato. Pertanto, se si prende troppo tardi un baobab, non è più possibile sbarazzarsene. Ingombra tutto il pianeta. Lo perfora con le sue radici. E se il pianeta è troppo piccolo, e se i baobab sono troppi, lo fanno disintegrare.
«E’ questione di disciplina, mi diceva più tardi il piccolo principe. Quando si ha terminato la toilette del mattino, bisogna fare con scrupolo la toilette al pianeta. Bisogna obbligarsi con regolarità a estirpare i baobab appena li si distingue dalle rose, alle quali assomigliano molto quando sono molto giovani. E’ un lavoro molto noioso, ma molto facile».
E un giorno mi consigliò di darmi da fare per portare a termine un buon disegno, per far entrare bene in testa tutto ciò ai bambini del mio paese. «Se un giorno viaggeranno, mi diceva, potrà loro essere utile. Qualche volta ritardare il proprio dovere non causa nessuna conseguenza. Ma, se si tratta dei baobab, è sempre un disastro. Ho conosciuto un pianeta, abitato da un pigrone. Aveva ignorato tre arbusti...».
tratto da : http://www.loso.it/poiein/autori/st_exupery.htm